#Eurovisionweek: dodici esibizioni spettacolari della storia dell’ESC

Inauguriamo la settimana eurovisiva, #Eurovisionweek come l’ha chiamata la EBU, che ci accompagna allo show che sostituirà l’Eurovision Song Contest 2020, annullato per la pandemia da Coronavirus, ovvero Eurovision: Europe shine a light, con una serie di post che la nostra redazione dedicherà alla manifestazione canora europea.  Cominciamo con questo, che seleziona dieci esibizioni particolarmente spettacolari, che riassumono il senso del concorso. Non necessariamente le migliori canzoni, ma sicuramente esibizioni che catturano lo spettatore.

Boom Boom Boomerang- Schmetterlinge (1977)

Anno 1977. Gli Schmetterlinge portano sul palco di Londra un brano contro l’industria discografica. Il testo è chiaramente un atto di accusa e il ritornello è volutamente nonsense a sottolineare l’importanza solo di fare cassetta, prescindendo dalla qualità. Le loro divise hanno sul retro la caricatura di un boss della discografia che conta una mazzetta di denaro. Considerato l’anno in cui la cosa va in scena, dei coraggiosissimi pionieri.

Dschingis Khan- Dschingis Khan (Germania 1979)

Il gruppo multinazionale sotto la regia di Ralph Siegel mette in scena il racconto del sanguinario dittatore mongolo Gengis Khan in una esibizione estremamente teatrale che sfiorerà il podio. Il progetto è destinato ad avere un ottimo successo per diversi anni.

Wild dances- Ruslana (Ucraina 2004)

L’abbigliamento da Xena, principessa guerriera fa indubbiamente la sua parte, ma Ruslana ha poi confermato negli anni che quella performance energetica grazie alla quale ha portato per la prima volta il trofeo a Kiev non era solo una situazione di passaggio. Ancora oggi, a oltre 15 anni di distanza, è una delle prove migliori che la storia del concorso ricordi, a supporto di una canzone ugualmente convincente, che ebbe un ottimo riscontro internazionale.

Forogj, vilag- Nox (Ungheria 2005)

Merita l’inserimento in questa carrellata anche la performance ungherese del 2005, pur al netto di qualche imperfezione nel canto: la danza tipica nazionale è complicatissima da abbinare alla voce cantata ma i Nox  riescono nell’impresa ed il loro crossover rimane ancora apprezzatissimo dai fan.

My number One – Helena Paparizou (Grecia 2005)

Esattamente come Ruslana l’anno prima, anche la vittoria di Helena Paparizou è la cartolina migliore della rassegna: perfetta in ogni aspetto, con l’aggiunta di una sensualità spiccata che riesce a dimostrare anche senza spingersi oltre nell’abbigliamento. In molte, fra le donne greche che si sono susseguite, hanno tentato questa strada, ma la combinazione non è sempre stata così ben riuscita.

Shady lady- Ani Lorak (Ucraina 2008)

L’energia e la grinta di questa prova colpirono persino Raffaella Carrà che addirittura invitò Ani Lorak nel suo programma Carramba che sorpresa. Tutto studiato e realizzato alla perfezione, avrebbe meritato la vittoria.

This is our night- Sakis Rouvas (Grecia 2009)

Non poteva mancare nemmeno lui, l’ex nazionale giovanile greco di salto con l’asta poi passato alla musica. La sua prova nell’edizione 2009 ne mette in luce le qualità atletiche e soprattutto l’allenamento, visto che riesce a non steccare una nota nonostante il numero complesso. Il pubblico femminile poi si esalta di fronte alla camicia aperta ed al petto nudo.

Allez ola olè – Jessy Matador (Francia 2010)

Il franco-congolese, chiamato in corsa a rappresentare la Francia nel 2010, fa quello che deve fare con un brano pensato inizialmente per essere un inno da stadio: creare un clima da stadio. In questo senso, è estremamente convincente e forse anche per questo il risultato è andato ben oltre qualunque attesa, con il dodicesimo insperato posto e la vetta della classifica nazionale.

Shine- Tolmachevy Sisters (Russia 2014)

Bisogna rendere giustizia a questa performance, vergognosamente fischiata dal pubblico di Copenaghen solo ed esclusivamente perchè in quota Russia. Abbiamo due ragazzine di nemmeno 17 anni, che cantano all’unisono in piedi su un asse semovente che le alza e le abbassa e ad un certo punto  devono anche tenersi in equilibrio su un ginocchio. In tutto questo, non sbagliano una nota. Non meritavano questo trattamento.

 

Fuego- Eleni Foureira (Cipro 20180)

Crediamo servano poche altre spiegazioni sul perchè la sua performance sia in questa passerella. Soltanto una Netta travolgente come poche altre cose le ha negato una vittoria che avrebbe ampiamente meritato.

My lucky Day- Doredos (Moldavia 2018)

La performance dei moldavi è la prova di come si possa costruire un numero divertentissimo anche con una scenografia minimale. C’è un enorme lavoro di coreografia e sincronizzazione dei movimenti, visto poche altre volte in concorso. Il video delle prove dove alcuni addetti mostrano cosa c’è dietro questo numero è emblematico.

Stones- Zibbz (Svizzera 2018)

L’energia e la sensualità non volgare di Corinne Gfeller non sono bastate a garantire agli Zibbz un posto in finale ed è francamente inspiegabile, visto anche che il pezzo è uno dei più convincenti dell’edizione.

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