Musicultura 2021, il racconto della prima serata: i quattro finalisti

La prima serata di Musicultura 2021, come di consueto allo Sferisterio di Macerata, vede l’esordio alla conduzione per Veronica Maya, al fianco del veterano Enrico Ruggeri. Degli 8 vincitori solo in 4 giungono alla serata finale: passano il turno i The Jab, Mille, Lorenzo Lepore e Caravaggio.

Clamorosa l’eliminazione dell’alessandrina Elasi (ne avevamo parlato qui), uno dei nomi emergenti della scena attuale,  le cui sonorità elettroniche sono apparse fra le più contemporanee fra quelle in gara.

La serata si apre con la sigla di quest’anno, “Le Rondini” di Lucio Dalla, poi è il turno di Enrico Ruggeri che omaggia Charles Aznavour. Il brano è uno tra i primi a parlare di identità di genere, e l’artista milanese lo esegue con grande classe.

L’esordio di Veronica Maya è tutt’altro che felice, con molte gaffes: si parte dai vincitori, che da 8 diventano 16, per poi sbagliare i nomi di Aznavour e dello Sferisterio di Macerata, senza dimenticare Renzo Arbore ribattezzato Lorenzo

Parte la gara: il primo a esibirsi Luk con il brano “Lune storte“. Con lui sul palco c’è Massimo De Vita, in arte Blindur, vincitore del premio della critica alla scorsa edizione del concorso. Arriva quindi Caravaggio, con il brano “Le cose che abbiamo amato davvero“. La sua esibizione è preceduta da un silenzio, sinonimo di problemi tecnici. Terza a esibirsi è Ciao sono Vale, con “Tutto ciò che vuoi“. Sottotono la sua esibizione, non una delle migliori performance.

Arriva la prima ospite della serata, Marisa Laurito, che canta “A tazza ‘e café” di Roberto Murolo, fa accennare “O sole mio” a Ruggeri e poi duetta con lui sulle note di “Tu sì ‘na cosa grande” del grandissimo Domenico Modugno, in una performance purtroppo costellata di imprecisioni vocali e stonature.

Avanti con la gara, quarti artisti sul palco sono i The Jab con il brano “Giovani favolosi“. Dopo l’esperienza ad Amici 17 e l’apertura del concerto di Ligabue a Monza nel 2016, il duo si esibisce sul palco di Musicultura con un brano che loro definiscono omaggio a Leopardi.

Sale dunque il quinto finalista, Lorenzo Lepore, che canta il brano “Futuro“. L’artista romano ha uno stile che è un misto tra Fulminacci e Mannarino, con acuti alla Gjon’s Tears. Segue Elasi, con il suo pezzo “Valanghe“. Per chi vi scrive, la cantautrice alessandrina è stata la migliore della serata, e il suo pezzo merita davvero tanto (ne abbiamo già parlato in un articolo).

Ermal Meta è il secondo ospite della serata. L’artista albanese trapiantato a Bari si siede al pianoforte e canta il singolo sanremese “Un milione di cose da dirti“, poi prende la chitarra e canta “Redemption Song” (il capolavoro firmato Bob Marley e rivisitato da Bono Vox e gli U2) chiedendo al pubblico di battere le mani a tempo.

Di nuovo gara, sul palco i settimi artisti: Brugnano con “Canzoni da mangiare insieme“. Semplicemente una ballad, molto generica. Ottava e ultima artista in gara Mille, con il brano “La radio“. In questo brano c’è di tutto, si può trovare un po’ di Mina con gli acuti di Raffaella Carrà e l’effervescenza di L’Aura degli ultimi anni, a cui bisogna unire un testo molto elaborato scritto dalla cantautrice voce dei Moseek. Non farla passare alla seconda serata sarebbe un delitto.

Arriva il momento dei premi: il miglior testo assegnato dalle università di Macerata e Camerino va a Lorenzo Lepore. Il premio AFI, consegnato dal presidente Sergio Cerruti, va a Caravaggio.

Il terzo ospite della serata sale sul palco: è Gianmaria Coccoluto, figlio del compianto Claudio Coccoluto, che va in console regalandoci il più grande successo di suo papà. Subito dopo un pezzo di storia della musica italiana, che festeggia sul palco di Musicultura i 25 anni di carriera: i Subsonica.

La band torinese esegue nell’ordine “Discolabirinto“, “Nuova ossessione“, “Nuvole rapide” e “Tutti i miei sbagli“, per poi chiudere con un omaggio a Franco Battiato: “Up patriots to arms“. Immancabili i loro marchi di fabbrica, il doppio microfono di Samuel e le tastiere molleggiate di Boosta. Il 31 dicembre 2019 è stata la loro ultima esibizione, e non c’era nemmeno un po’ di ruggine da grattare. I Subsonica ricevono il premio alla carriera assegnato dai rettori delle università di Macerata e Camerino.

Enrico Ruggeri torna sul palco e canta “Come lacrime nella pioggia“, singolo del 2019 estratto dall’album “Alma”, e poi duetta con Veronica Maya sulle note di “Non mi innamoro più” di Johnny Dorelli e Catherine Spaak. Esecuzione non brillante da parte della conduttrice sorrentina, che ha steccato in molte occasioni.

La serata del venerdì finisce con la proclamazione dei quattro finalisti, che avremo modo di ascoltare nella seconda e ultima serata di Musicultura 2021, in cui scopriremo i nomi del vincitore assoluto e del vincitore del premio della critica, la Targa Cesanelli, assegnata dalla sala stampa.

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