Musicultura 2022, prima serata: in finale Emit, TheMorbelli, Malvax e Yosh Whale

La prima serata di Musicultura 2022, che come di consueto si svolge allo Sferisterio di Macerata e, per il secondo anno di fila, è stata condotta da Veronica Maya ed Enrico Ruggeri, ha decretato i quattro finalisti. I quattro contendenti per la vittoria finale sono Emit, TheMorbelli, Malvax e Yosh Whale. Un risultato che fa storcere il naso, soprattutto per l’eliminazione clamorosa di Isotta, ma tant’è.

Apertura con Canzone di Lucio Dalla (scritta da Samuele Bersani), che è la sigla di questa edizione, come sempre nel ricordo di Piero Cesanelli. Subito dopo si inizia con i Dahkabrakha, e il pensiero va all’Ucraina. La bandiera del paese, martoriato dalla guerra, è issata accanto alla tastiera di questa band proveniente proprio dall’Ucraina.

Applausi scroscianti dopo il primo brano, “Plyve Choven”, poi riparte la musica e il pubblico è assorto. Al termine di “Vesna” è standing ovation per il quartetto ucraino, proveniente da Kiev. Fanno dunque il loro ingresso Enrico Ruggeri e Veronica Maya, per il secondo anno di fila al timone di Musicultura. Al grido di “Slava Ukraïni” (gloria all’Ucraina) si leva un nuovo applauso, ma è il momento di andare avanti e iniziare con la gara.

Si esibisce la prima degli 8 vincitori di quest’anno, Isotta, con il brano “Palla avvelenata”. “Prima che cambi il colore del cielo voglio dirti che ero grassa, grassa davvero”, è la frase ripetuta nel ritornello di questo brano fortemente autobiografico. Un pezzo fortissimo, che resta ben impresso in mente e che si può canticchiare subito, in cui l’artista racconta la sua infanzia.

La seconda vincitrice a esibirsi quest’oggi è Valeria Sturba, con il brano “Anti amore”. Il suo nome l’abbiamo già sentito da Stefano Bollani, nel suo programma televisivo: lei è una bravissima musicista che, anche se questa sera ha una tastiera synth sul palco, suona anche il theremin. Gioca con la voce, simulando il suono di quel singolare quanto affascinante strumento musicale, su una melodia quasi 8-bit, che sembra una chiptune stile “Lavandonia” dei Pokémon.

Il terzo vincitore a esibirsi questa sera è Themorbelli con il brano “Il giardino dei Finzi-Contini”. Brano molto orecchiabile, quasi surreale, tratto dal suo ultimo progetto “The Rinascimento”, ricco di citazioni (il titolo stesso è quello del celeberrimo romanzo di Giorgio Bassani) ma anche autobiografico (come ci svela lui stesso nell’intervista dopo l’esibizione).

La quarta vincitrice a esibirsi è Martina Vinci con il brano “Cielo di Londra”, un pezzo che fa dell’elettronica il suo punto forte ma senza tralasciare una melodia travolgente. L’artista coinvolge il pubblico, invita la platea a cantare con lei nel drop, che è rigorosamente improvvisato. Senza dubbio questa giovane artista ha tanti punti forti: la scrittura, la produzione, l’improvvisazione e una voce sublime.

Primo collegamento con la piazza dello Sferisterio, dove è allestito il glassbox di Rai Radio 1: lo lancia Veronica Maya, che è nel palco che fino allo scorso anno era occupato dal trio delle meraviglie di Radio 1 Marcella Sullo, Duccio Pasqua e John Vignola.

Si torna però sul palco perché è il momento del secondo ospite della serata, un’istituzione della musica italiana: Angelo Branduardi. “Confessioni di un malandrino” è il primo brano del menestrello, seguito da “Il dono del cervo”. Prende il violino e accenna “Alla fiera dell’est”, cantata in lingua ucraina. Il pubblico batte le mani a tempo, per poi cantare tutti in coro.

Via di nuovo con la gara, è il momento della quinta vincitrice: Cassandra Raffaele con il brano “La mia anarchia ama te”. Questa artista è una nostra vecchia conoscenza: ha partecipato alla quarta edizione di X Factor e ha collaborato con artisti del calibro di Elio e Le Storie Tese e Brunori Sas.

Andiamo avanti con la gara, si esibiscono i sesti vincitori. È il turno dei Malvax con il brano “Esci col cane”. Un lungo silenzio, sinonimo di problemi tecnici, poi però parte la musica. Un pezzo molto orecchiabile, che resta impresso molto facilmente, per la band che di fatto è stata ripescata tra i vincitori a seguito della defezione di Y0. Peccato per la stecca sul finale, il risultato sarebbe stato ottimo.

Il settimo vincitore in gara è Emit con il brano “Vino”. Da notare che la regia teatrale abbia mandato solo ora lo stacchetto durante l’ingresso in scena dell’artista, che ha anche esperienza da busker. Lui si diverte molto con la chitarra, d’altronde è un brano intimo eseguito solo chitarra e voce.

Il pubblico esplode in un applauso al termine dell’esibizione: papabile vincitore? Lui, da solo sul palcoscenico, ha conquistato l’attenzione con un pezzo che racconta un fatto realmente accaduto (il vino versato maldestramente su tre ragazzi francesi).

Ottavi e ultimi artisti a esibirsi questa sera sono gli Yosh Whale con il brano “Inutile”. Il tecnico scherza con il pubblico: “Invece di vedere la pubblicità ci siamo noi!”. Poi, dopo la pausa per motivi tecnici, parte la musica. Una ritmica travolgente, scandita da bassi con una bella cassa in quarti e continui fortissimo, rende di fatto questa performance una delle più memorabili di questa serata. Ancora una volta il pubblico esplode.

Dopo una pausa per spiegare le fasi di voto e salutare le istituzioni, arriva il momento della terza ospite di questa sera: Ditonellapiaga. L’artista, protagonista dell’ultima edizione del Festival di Sanremo insieme a Donatella Rettore esegue una cover di “Per un’ora d’amore” dei Matia Bazar per poi cantare il singolo sanremese “Chimica”.

Qui però c’è un’amara constatazione: il brano, che a Sanremo è risultato spudorato, frizzante e forte perde tanto senza la presenza di Rettore, risultando purtroppo meno coinvolgente. Il pubblico comunque applaude a tempo. Arriva però il momento di votare: 10 minuti di pausa.

Al termine della pausa sono i Litfiba a riaprire la serata. Piero Pelù canta “Vivere il mio tempo” con la sua inconfondibile e potentissima voce, accompagnato da Ghigo Renzulli, suo storico compagno di avventura. Dedica a chi vive nei luoghi martoriati dalle guerre: per loro la rock band esegue “Lulù e Marlene”. Il pubblico è caldo, tutti in piedi pronti a scatenarsi: è il momento di “Lo spettacolo”. Chiusura in bellezza con una canzone “per purificarsi”: “El Diablo”. “Fratelli e sorelle, per espiare il male che circonda il mondo inginocchiamoci tutti”.

È bastata una semplice frase, insieme a Pelù inginocchiato sul palco, per sbloccare il pubblico che, prima dell’arrivo di questa fenomenale band, sembrava imbalsamato. Pura energia travolgente, tanto che il pubblico urla chiedendo un bis. Onorificenza per alti meriti artistici conferita dalle Università di Macerata e Camerino per questa rock band che è all’ultimo girone, il gran finale di una storia fantastica.

Dopo un piccolo sondaggio tra il pubblico, è il momento di un segmento abbastanza inutile sui plagi musicali che cita artisti come Beach Boys, Chuck Berry, Al Bano e Michael Jackson.

Al termine di questa lunga digressione è il momento di un ensemble multiculturale di musicisti, i Violons Barbares. Con un italiano un po’ stentato presentano i loro strumenti al pubblico che, estasiato, lì ascolta e applaude al termine dell’esibizione. Un’atmosfera magica, che solo la musica etnica può regalare, e il pubblico si muove a tempo, per poi alzarsi in piedi e ballare.

Arriva il momento dei primi premi di questa edizione. Il premio per il miglior testo, assegnato dalle Università di Macerata e Camerino, va agli Yosh Whale. Il premio AFI, consegnato da Sergio Cerruti (presidente dell’Associazione Fonografici Italiani), va a Isotta.

Enrico Ruggeri sale sul palco dello Sferisterio non da conduttore, ma da artista: esegue le sue “La rivoluzione” e “Non sparate sul cantante”. Quest’ultimo brano, pubblicato quest’anno, è nato durante il lockdown, quando qualcuno disse che i cantanti “ci fanno tanto divertire”.

Arriva però finalmente il momento clou della serata: l’annuncio dei quattro finalisti, che domani si giocheranno la vittoria generale. Con l’annuncio dei finalisti, e con la sigla finale “I cieli di Chagall” di Piero Cesanelli, l’appuntamento è per domani con il gran finale di Musicultura 2022.

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