Date la diretta a Musicultura, se la merita: lo show è ormai maturo

Musicultura 2023 va in archivio con alcune certezze e qualche perplessità. La prima certezza è che la manifestazione ha ripreso slancio. Già dall’anno scorso, con l’arrivo di Duccio Forzano in regia, l’evento teatrale ha assunto una dimensione più televisiva. La resa che andò in tv fu buona e quest’anno, il 6 Luglio su Rai 2, dovremmo vedere uno show ancora migliore.

A rendere migliore lo show è stata anche la scelta di affidare la conduzione a due che conoscono benissimo i tempi televisivi: Flavio Insinna è stato un grande maestro di palco, ha condotto con verve ed ironia. Qualche battuta di troppo la prima sera ha lasciato sorpresa anche la sua compagna di palco Carolina Di Domenico, ma il salto di qualità rispetto ad un Enrico Ruggeri troppo ego-riferito è apparso evidente.

Carolina Di Domenico, appunto: ha saputo accompagnare gli spettatori con garbo, interagendo con ottimo feeling con Insinna. Qui il confronto era con Veronica Maya. Verrebbe da dire: ti piace vincere facile. Però è sempre uno show dal vivo con la particolarità che bisogna “cucire” per il racconto in differita che va in tv e non è mai facile, soprattutto quando si tratta di “azionarsi” a comando.

La differenza è parsa evidente anche nella disponibilità dei conduttori, dopo 5 ore di show nella serata finale, a restare in arena oltre un’ora ancora per rispondere alle domande di TUTTI i cronisti, dai media maggiori a quelli minori. Negli anni passati questo non succedeva e anzi, fu difficile parlare coi conduttori anche durante la conferenza stampa finale.

Il secondo aspetto positivo è che il livello delle canzoni cresce. Personalmente ho qualche dubbio sul progetto discografico dei vincitori Santamarea, ma che siano bravi è fuori discussione e comunque questa vittoria aprirà loro porte importanti.  E anche proposte come quelle di Zic, cecilia, Lamante ed Ilaria Argiolas, possono avere un futuro nei rispettivi contesti. Musicultura riesce a dimostrare che c’è vita oltre i talent, anche se le case discografiche purtroppo fanno finta che non sia vero.

IL RACCONTO DELLA FINALE

LA VIDEOINTERVISTA A FLAVIO INSINNA

Il terzo aspetto è che Musicultura è ormai un evento maturo per il grande salto. L’anno prossimo la rassegna festeggia 35 anni e sarebbe una bella occasione concederle una passerella in diretta, in un periodo che è già fuori dalla fascia di garanzia e quindi non dà fastidio a nessuno. Sarebbe un premio al lavoro dell’organizzazione e anche ai finalisti. Ai quali è stato finalmente concesso l’approdo in blocco all’ultimo atto, eliminando la selezione della prima sera: questo garantirà loro sicuramente un passaggio in tv, ma averlo in diretta e quindi in prima serata è molto diverso, per chi fa fatica a passare in radio o ne è totalmente ignorato. A proposito: l’idea del bus in piazza per ospitare Radio 1 e interagire con ospiti e cantanti era davvero curiosa.

LA VIDEO INTERVISTA AI SANTAMAREA

LA VIDEOINTERVISTA A CAROLINA DI DOMENICO

Tutto a posto quindi? Non del tutto, se ci leggete ormai lo sapete che arrivati a questo punto ci prendiamo la briga di dirlo. Musicultura è una macchina che funziona quasi in automatico. Il pilota è cambiato per cause di forza maggiore, ma Ezio Nannipieri ha racconto il testimone da Piero Cesanelli con entusiasmo e ne porta avanti l’eredità con professionalità.

Volontari e staff fanno un lavoro eccezionale (a proposito, molto belle le animazioni sul ledwall a cura di Elena Scarci), eppure quest’anno, a noi che viviamo l’evento da cronisti, è sembrato – per citare Lino Banfi in un famoso film – che la squadra “mancasse di collegamenti”: rimbalzi da un ufficio stampa all’altro, ognuno con una risposta differente; informazioni diverse sulle stesse cose a seconda delle persone alle quali si chiedevano.

Piccolezze, sia chiaro, nell’ambito di un contesto che continua a funzionare. Ma nell’auspicio che questo evento possa fare quel salto di qualità che merita, anche a livello di di diffusione, avere chiarezza sin dall’inizio su tutto farebbe mettere le ali. Le potenzialità ci sono, le forze anche. Basta poco.

Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa, liberale. Già speaker radiofonico. Ha scritto e scrive di cronaca, sport, economia e sociale per giornali nazionali e locali per vivere; scrive di musica su siti e blog per sopravvivere.

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