“Come pietre” anticipa il nuovo album che segna il ritorno di Garbo

A scanso di equivoci lo dico subito: Renato Abate in arte Garbo è uno degli artisti migliori che la musica italiana abbia mai sfornato. Pioniere della new wave in Italia, alfiere del genere persino a Sanremo, quando vincevano gli Al Bano e Romina e arrivavano secondi i Luis Miguel, il cantautore milanese, oggi 65 anni, è sempre stato un precursore dei tempi. Ad otto anni dall’ultimo disco di inediti ritorna con “Come pietre”, scritto e prodotto insieme a Luca Urbani, ex Soerba (quelli di “I am happy”, ve li ricordate?), con la produzione anche di Roberto Colombo.

La canzone anticipa “Nel Vuoto”, il nuovo lavoro che esce per Incipit/Egea. Un lavoro che ha un titolo molto esplicativo ma che l’autore sottolinea anche in sede di presentazione:

Stiamo galleggiando in un vuoto culturale e sociale enorme. Questo provoca una solitudine intellettuale e fisica tangibile, toccabile con mano e nella mente nel quotidiano.

Pur nelle sonorità che ritornano, anche stavolta Garbo regala novità visto che il video che vedete qui sotto è girato e realizzato quasi  interamente con l’intelligenza artificiale. Le sole eccezioni sono composte dal volto e dal corpo di Garbo, unici elementi realmente presenti di fronte alla macchina da presa.

Garbo si avvicina ai 45 anni di carriera eppure il mainstream lo ha solo sfiorato, anche ai tempi d’oro. A Sanremo, come si diceva, è stato un alieno anche perchè purtroppo per lui erano gli anni di Baudo. “Radioclima”, del 1984 arriva terzultima, davanti ad altri due che ti verrebbe da bestemmiare a vederli li in fondo, Enrico Ruggeri con “Nuovo swing” e gli Stadio con “Alla radio”. Davanti a Garbo gente famosa vent’anni prima come Marisa Sannia e Riccardo Del Turco, per dire (per fare chiarezza: Sanremo 1984 è il migliore del decennio: c’è un sacco di bella roba, solo che è in fondo alla lista…)

“Cose veloci”, sua seconda e ultima partecipazione, nel 1985 è addirittura buona ultima. Ma di singoli fortissimi ne ha fatti tanti, a cominciare da “A Berlino va bene”, title track di un album che Rolling Stone ha inserito fra i 100 italiani migliori di sempre, passando per “Vorrei regnare” (1982, un pezzo talmente avanti per l’epoca che oggi sarebbe in alta rotazione), che presenta al Festivalbar e “Quanti anni hai?”. Dagli anni 90 in poi Garbo ha continuato a dedicarsi alla sperimentazione ed alla novità, continuando però ad incidere. Quello che esce è il sedicesimo album in studio completo.

Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa, liberale. Già speaker radiofonico. Ha scritto e scrive di cronaca, sport, economia e sociale per giornali nazionali e locali per vivere; scrive di musica su siti e blog per sopravvivere.

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