Calcutta a Bari per il Locus Festival, il racconto del concerto

Calcutta Bari Locus Festival

È andato in scena ieri sera a Bari il concerto del cantautore Calcutta, che ha aperto l’edizione 2024 della rassegna Locus Festival, organizzata da Bass Culture. Il concerto, nella location della Fiera del Levante, ha registrato il sold out con ben 15mila ingressi.

Con la solita franchezza che ci contraddistingue vi segnaliamo che, vista la disposizione di bancarelle, food truck, regia e sponsor, prevedendo la disposizione solo posti in piedi e nessuna area dedicata alla stampa accreditata (fatta eccezione per i fotografi), eravamo abbastanza lontani dal palco e la visibilità era notevolmente limitata. Questo perché, per arrivare a prendere un posto decente, avremmo dovuto metterci in fila dalla mattina con apertura dei cancelli alle 17.

Nonostante tutto il concerto è filato liscio come l’olio. Il pubblico barese, caloroso come sempre, ha cantato a squarciagola quasi tutti i pezzi, dando il meglio su quelli più conosciuti. I bellissimi giochi di luce, l’uso del display a matrice e gli effetti grafici sui ledwall hanno impreziosito il tutto regalando uno spettacolo apprezzabile brano dopo brano.

Calcutta è entrato in scena alle 21:15, sulle note di Coro, brano che apre il suo album “Relax”, e proprio la scritta Relax è apparsa sul display a matrice installato sul palco. A seguire il cantautore ha eseguito 2minuti, seguita da Cosa mi manchi a fare e da Controtempo, per poi rivolgersi al pubblico per annunciare il brano successivo in scaletta:

Come va? Come sono andati questi primi pezzi? Ogni volta che veniamo a Bari siamo felici, stiamo molto bene. Il prossimo brano si intitola “Orgasmo”.

Ed è proprio Orgasmo, accompagnato dalla scritta “ahhhh” sul display, che prosegue il concerto. A seguire è stato il turno di Milano, con la scritta “scusa” apparsa sul display, seguita da Limonata, dalla hit Loneliness e poi da Giro con te.

Mo devo parlare? Sulla scaletta è scritto così ma ho fatto confusione. Sono felice di stare qua, di essere con voi, penso che non potevamo fare di meglio. Il prossimo pezzo vuoi dirlo tu Gaetano? Non si intitola Gaetano, si intitola Hübner.

Si continua dunque con Hübner, brano che prende il titolo dal nome del calciatore Dario Hübner, il “bisonte del gol”, seguita da Ghiaccioli e da Intermezzo3, brano solo strumentale che precede un cambio set sul palco.

Calcutta dunque torna sul palco e si siede al pianoforte per eseguire Le barche e poi, al sintetizzatore, Oroscopo (fino al primo ritornello). Torna a suonare l’intera band per il brano Sorriso (Milano Dateo), per cui sul display appare la scritta “smile” e una faccina sorridente, seguito da Nuda Nudissima e da Gaetano.

Come va? Siete contenti per adesso? Lo prendo come un sì. Un applauso al nostro fonico, una specie di allenatore. Noi siamo felici, voi siete felici, possiamo andare avanti con un pezzo che parla di cose un po’ oscure.

Il cantautore annuncia così Preoccuparmi, seguita da Frosinone, con la parola “pizza” apparsa sul display, prima di riaprire il microfono e annunciare dunque il brano successivo in maniera abbastanza fantasiosa: al contrario.

Adesso… Il prossimo pezzo al contrario si intitola… Led edrev.

È proprio Del Verde il brano seguente, con il palcoscenico illuminato per l’appunto da luci verdi e il simbolo dei dollari sul display a matrice. Il pubblico canta a gran voce, tanto che Calcutta lascia il microfono e, alla fine del brano, esclama “Siete molto bravi a cantare!”. Si prosegue con SSD, accompagnata dall’alternanza delle scritte “LSD” e “SSD” sul display, seguita poi da Allegria, che precede gli ultimi tre brani del concerto.

Il pubblico, appena udita la prima nota, ha cantato a gran voce Paracetamolo, il brano che più di tutti ha contribuito alla popolarità del cantautore di Latina, seguito da Pesto con l’immancabile coro “Ue deficiente!” nel ritornello su cui il pubblico ha usato tutta la forza nelle corde vocali.

Com’è andato fino adesso quindi? Devo confessarvi che il prossimo è l’ultimo pezzo, non ne abbiamo altri, ma il prossimo pezzo si chiama tutti e con questo chiudiamo questo momento bellissimo passato insieme. Non ho cose brutte da dire, solo cose belle.

Su display appare il conto alla rovescia del tempo che manca alla fine, che segna 4 minuti e 30 secondi, praticamente il tempo dell’ultima canzone: Tutti. E queste 15mila persone, tutti falliti, esauriti, impauriti, bolliti (per citare il ritornello del brano), hanno cantato ancora una volta in coro fino alla fine, quando con un semplice “Grazie e buonanotte!” Calcutta ha chiuso il suo concerto. Nessun bis, bubusettete o altri scherzi, solo i titoli di coda sul ledwall, degna conclusione di un concerto unico nel suo genere.

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