X Factor 2024, le prime audizioni: Giulia Mei e Fiat 131 i migliori della serata, Potara ai bootcamp

Giulia Mei

“Della mia figa farò una bandiera, che brillerà nella notte nera”. La vincitrice per distacco della prima serata di audizioni del nuovo X Factor 2024 che è ripartito stasera è Giulia Catuogno, in arte Giulia Mei, tre volte finalista a Musicultura (2016-17-18) che ha cantato benissimo “Bandiera”, un potentissimo e diretto inno sulla condizione delle donne.

Nettamente il punto più alto di un avvio straordinario. Perchè dopo due stagioni in affanno – particolarmente l’ultima – proprio nell’anno in cui circola voce che il talent possa chiudere con questa edizione (la diciottesima), X Factor cala gli assi e preannuncia forse la miglior stagione di sempre. Perchè al tavolo dei giudici ci sono quattro signori che finalmente – per carriera ed esperienza – hanno i galloni per fare davvero la differenza: oltre al ritorno di Manuel Agnelli, tre esordi: Paola Iezzi, Jake La Furia e Achille Lauro.

Stiamo parlando di un talent che aveva toccato il fondo con gente come Sfera Ebbasta, Rkomi o Hell Raton e quindi è una risalita importante. Giorgia ha preso il posto di una zoppicante Francesca Michielin come conduttrice, ma per giudicarla bisognerà aspettare i live perchè sino ad allora, il suo ruolo sarà marginale.

La prima serata di audizioni

Detto dunque di Giorgia Mei, non è un caso che l’altro migliore della sera sia pure l’altro con più esperienza, ovvero Fiat 131, al secolo Alfredo Bruno, classe 1993, di Aprilia, già finalista a Sanremo Giovani e passato più volte da Radio Deejay: convincente e diretto. Per lui centro al secondo tentativo, dopo averci provato nel lontano 2012.

I primi vincitori ufficiali sono però i Potara. Da quest’anno i giudici – come già in Italia’s Got Talent – hanno una sorta del Golden Buzzer che permette di portare un artista direttamente ai bootcamp: Jake La Furia ne ha fatto uso scegliendo i Potara che quindi salteranno la scrematura finale e si prendono uno dei biglietti per la seconda fase.

Molto bene Jacqueline Branciforte, voce e immagine potentissime, porta sul palco un guanto e una pedaliera che le permettono di “suonare la sua voce” e stupisce tutti con “Keep on running” di Jake Edwards. Nonostante le barre un po’ cos’, positiva la prova di Giovanni Pini, in arte Djomij che riscrive “Beggin'” (che non è dei Madcon bens’ dei Four Season). Dolce e delicata la prova al piano del sedicenne Lorenzo Salvetti su “Poetica” di Cesare Cremonini.

Personalmente ho trovato disturbante la vocalità di Daniel Gasperini, marchigiano di Marotta, ma la sua performance su “Sfiorivano le viole”, grande classico di Rino Gaetano è stata impeccabile. Molto interessante – ma di difficilissima collocazione musicale – il rock anni 60 dei The Moonquakes: convincenti sul medley “Please Mr.Postman e “Wipe out”: mi chiedo però come potrebbero riportare questo sound su produzioni inedite. Sono una ottiima cover band – proprio bravi, gran professionisti – ma ad X Factor si cercano talenti da poter inserire nel mainstream. Cosa si può fare con loro che possa colpire, oltre a trasformare in rock anni 60 successi pop (ma ci vuole un bravo arrangiatore…)?

Promosse anche Daniela Di Cicco su “Creep dei Radiohead”, per la prima volta su un palco, e Monnaelisa su Billie Eilish.

Il resto è a metà fra la macchietta e la bestemmia. La macchietta è sicuramente Lorenzo Drago aka MC Drago, bergamasco fino al midollo (parla con un accento così tanto marcato che sembra quasi un’imitazione, come quella che faceva Enrico Bertolino a Ciro Il Figlio di Target – che se lo conoscete siete vecchi come me) che ha portato un sedicente rap dedicato a Fleximan. Giudicate voi.

Le bestemmie sono quelli che hanno messo l’autotune su Celentano e Tenco, che se fosse stato vivo li avrebbe probabilmente inseguiti con un bastone. E speriamo che John Legend non abbia sentito l’esibizione di Santi Briguglio su “All of me”, che non ha preso una nota nemmeno per sbaglio. E la cosa più incredibile è che si è presentato sciorinando tutta una serie di premi vinti da bambino ed ha avuto anche il coraggio di dire di aver cantato bene. Umiltà, questa sconosciuta.

Onore invece a Michele Vinci, che non è andato in finale ma almeno non si è preso sul serio: arrivato con indosso la maglietta con scritto “No autotune”, ha invece cantato nel ritornello con tantissimo autotune. Il suo mashup fra canzoni fra  “Il coccodrillo come fa” e “It’s my life” di Bon Jovi è palesemente una trollata. Ma cantata molto bene. Una degna chiusura di puntata.

Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa, liberale. Già speaker radiofonico. Ha scritto e scrive di cronaca, sport, economia e sociale per giornali nazionali e locali per vivere; scrive di musica su siti e blog per sopravvivere.

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