Eurovision Song Contest 2018, trionfa Israele con ‘Toy’ di Netta, Italia quinta in rimonta

Vent’anni dopo Dana International, l’Eurovision Song Contest si avvia ad avere una nuova ‘Diva’, anche questa fuori dagli schemi. L’israeliana Netta Barzilai con il brano ‘Toy‘ riporta in trofeo in Israele. Una avvincente sfida prima a quattro, con Svezia, Austria e Cipro e poi un trionfo al televoto hanno premiato la venticinquenne ex militare ed ex maestra d’asilo che con il suo brano ironico – ma non troppo – sulle donne ‘usate’ dagli uomini come oggetto ha conquistato tutti.

Secondo posto per l’altra grande favorita, Eleni Foureira, in rappresentanza di Cipro, la cui canzone ‘Fuego‘ conclude con 432 punti; terzo posto per Cesar Sampson (Austria) con ‘Nobody but you’ a 430 punti. Grande risultato per l’Italia: Ermal Meta e Fabrizio Moro concludono al quinto posto:  con una grandissima rimonta a quota 308 punti, dietro alla Germania: Michael Schulte riporta in alto il suo paese con la delicata ballata dedicata al padre scomparso ‘You left me walk alone‘.

Le giure non avevano premiato i portacolori italiani, che avevano raccolto appena 59 punti, ma alla fine il televoto ha completamente stravolto la classifica: terzo paese più votato l’Italia, dietro ad Israele e Cipro, con la Svezia, che aveva chiuso al secondo posto il voto delle giurie dietro l’Austria, fortemente penalizzato.  Appena dignitoso il piazzamento della Francia, tredicesima, anch’essa punita dal televoto: la sensazione è che così come il pubblico abbia voluto premiare un tema forte, declinato però in maniera spensierata come quello cantato da Netta, sulla questione migranti la divisione sia ancora forte.

Detto della rinascita della Germania, le altre due big vanno molto male: il Regno Unito, la cui esibizione è stata funestata da un’invasore che ha tolto per qualche secondo il microfono a SuRie (l’artista ha poi rifiutato la possibilità di ricantare), paga la scelta dell’ennesimo pezzo debolissimo, mentre la Spagna ha avuto il favore delle giurie ma non quello del pubblico, che ha poco gradito la zuccherosa ballata d’amore di Amaya e Alfred.

Si tratta della quarta vittoria per Israele: aveva vinto nel 1978 con A-ba-Ni-Bi di Izhar Cohen & Alphabeta, l’anno successivo con Hallelujah di Gali Atari & Milk and Honey e nel 1998, con Diva di Dana International. 

Nelle uniche due occasioni in cui ha ospitato, è stata Gerusalemme la sede della rassegna, mentre nel 1980 benchè vincitrice l’anno prima, non vi prese nemmeno parte per la coincidenza con una festa nazionale. Per la prima volta vince una tv, quella israeliana, appena nata e ancora non ufficialmente socia della EBU, che ha partecipato in deroga grazie ad un gentlemen agreement con la EBU in attesa di regolarizzare l’iscrizione. Sotto, la classifica finale.

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Una risposta

  1. Obispien ha detto:

    L’epilogo di ESC 2018 mi ha deluso parecchio.

    Parto dalla nota per me più negativa, ovvero il 13° posto della Francia.
    Non riesco a credere che la canzone francese, apprezzata dalle giurie, sia stata snobbata così tanto dal pubblico eurovisivo: forse è vero che la tematica ha inciso più in negativo che in positivo, ma penso che i Madame Monsieur meritassero qualcosa di più.

    E poi c’è la grande vincitrice, Netta: il risultato me l’aspettavo, e se parliamo solo di numeri (visualizzazioni Youtube ecc.) posso anche esser considerato meritato…ma proprio non mi capacito di questo smisurato hype: continuo a vederci più caciara che creatività, in quel pezzo. Pur non condividendo i toni usati da Sobral qualche giorno fa, insomma, concordo con lui nella sostanza: forse solo la vittoria dell’Azerbaijan di qualche anno fa mi ha lasciato più perplesso…

    Non che l’eventuale trionfo di Cipro o Repubblica Ceca mi avrebbe esaltato; idem per Svezia e Moldavia. La Top10, per queste nazioni, era facilmente pronosticabile (anche se nel caso di Ingrosso, mi ha sorpreso il punteggio basso proveniente dal pubblico): nel caso dei moldavi, probabilmente lo staging divertente ha fatto guadagnare loro qualche posizione.

    Avrei accolto positivamente, invece, una vittoria dell’Austria, premiata dalle giurie: il brano di Sampson forse non era tra i migliori, ma comunque sopra la media, nonchè difeso ottimamente sul palco.

    Cosa dire su Germania e Italia? Entrambe venivano date in ascesa dai bookmakers, le previsioni si sono avverate…e vedere così in alto
    il duo italiano non mi dispiace. Detto questo, colloco entrambe le canzoni – nonchè le esibizioni di ieri – un gradino sotto rispetto a quelle di Francia e Portogallo; nel confronto con la Spagna, direi che siamo lì lì, mentre la povera Surie ha dovuto vedersela col matto di turno, ed ha fatto quel che ha potuto (la canzone, comunque,aveva già poche speranze in ottica classifica).

    Nella Top10 finale, infine, troviamo anche Estonia e Danimarca: la proposta estone era molto quotata ed ha fatto centro (il genere, evidentemente, attira molti in Europa) , ma su un nono posto dei danesi non avrei mai scommesso: direi che almeno in quest’ultimo caso,l’originalità ha pagato davvero.