Musicultura 2021: ancora una volta vince la qualità nelle scelte

L’edizione 2021 di Musicultura va in archivio con un pizzico di sorpresa, per la vittoria dei The Jab fuori pronostico, sulla favorita Mille. Ma in fondo è bello così. Il duo torinese, lanciato da Amici ha puntato sulla leggerezza e la freschezza e questo ha forse consentito loro di prevalere. Alla fine hanno deciso di dedicare la vittoria a Michele Merlo, il cantautore anche lui protagonista nel talent, scomparso qualche giorno fa. A loro va il premio di 20.000 euro del nuovo main sponsor Banca di Macerata.

La romana Elisa Pucci, in arte Mille, già componente dei Moseek, ha ricevuto il premio della critica da quest’anno intitolato a Piero Cesanelli, ideatore della rassegna. La grande eliminata della serata di venerdì, Elasi, si consola con il premio da 10.000 euro nuovo Imaie, per l’organizzazione di un tour, a Caravaggio è andato il premio Afi, mentre il miglior testo assegnato dalle università di Macerata e Camerino va a Lorenzo Lepore.

Se The Jab riusciranno a capitalizzare questa vittoria lo sapremo presto: certamente, ancora una volta, Musicultura si conferma il palco privilegiato per musica d’autore di qualità: Elasi e Mille sembrano già lanciate verso un futuro radiofonico e live molto interessante, ma anche Lorenzo Lepore, nonostante un brano meno brillante, può trovare uno spazio comodo nell’ambito di quella scuola romana del cantautorato che – rilanciata anche da Fulminacci a Sanremo – non passa mai di moda.

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Omaggi e ospiti di livello

Edizione all’insegna degli omaggi: toccante quello messo in scena da Enrico Ruggeri ed Irene Grandi che hanno aperto la finale sulle note di “Alexanderplatz”, ricordando dunque in un colpo solo sia l’interprete, ovvero Milva che l’autore, Franco Battiato. La cantautrice toscana, ospita anche della Controra di sabato – dove però è arrivata con molto ritardo, l’evento è iniziato oltre mezzora dopo,  col conduttore John Vignola visibilmente infastidito per la situazione – ha poi ricordato Pino Daniele cantando anche “Se  mi vuoi“.

I Subsonica hanno anche loro voluto omaggiare Battiato con “Up patriot to arms”  e venerdì hanno proposto un live forte e coinvolgente che li conferma ancora padroni di certe sonorità delle quali in Italia sono stati in un certo senso pionieri. Ermal Meta non ha deluso così come anche Ron, giunto per festeggiare con un anno di ritardo il mezzo secolo di carriera. Ma i migliori sono stati La Rappresentanti di Lista, impressionanti sin dal soundcheck che già da solo valeva un concerto. In scena, la band rivelazione di Sanremo, che proprio sette anni fa calcava da emergente il palco di Musicultura, ha letteralmente dominato il palco

Il giusto clima, nonostante le restrizioni

E’ stata un’edizione difficile, sul fronte delle restrizioni Covid. Rispetto a quella del 2020, spostata in avanti di tre mesi ma sostanzialmente con tutto aperto, le Marche erano in zona Gialla, con un coprifuoco a mezzanotte per il quale è stata necessaria una deroga ed una serie di restrizioni, prima fra tutte l’impossibilità di avvicinarsi agli artisti nelle forme abituali e l’assenza della tradizionale conferenza stampa.

Così anche per noi che siamo abituati a raccontarvi tutto ‘da dentro’ è stato molto diverso: abbiamo seguito il soundcheck in gran parte in sala stampa piuttosto che all’interno dello Sferisterio e questo ci ha permesso ancora una volta di confermare il clima di grande serenità ed amicizia che si respira a Musicultura: un festival diverso anche sotto questo aspetto, dove certamente c’è competizione ma dove – in condizioni normali – si condividono diversi momenti.  Può anche succedere, come è capitato quest’anno di trovarsi a pranzo a fianco dell’intero staff de La Rappresentante di Lista o addirittura di trovare alcuni degli artisti in gara fare la fila con i giornalisti accreditati.

La dissonanza delle interviste e i furbetti

La nota stonata purtroppo, è che ancora una volta, il management e gli uffici stampa degli artisti continuano a gestire la comunicazione con scarso rispetto (eufemismo) di chi si è fatto chilometri per venire a seguire la rassegna. Proprio perchè quest’anno c’erano ancora meno possibilità di avvicinare gli artisti ospiti nei momenti in cui solitamente è possibile, sarebbe stato bello concedere alla stampa accreditata uno spazio per le domande, senza fare distinzioni fra cronisti e testate.

Non troverete, quest’anno, nessuna intervista video, eccezion fatta per quella a Caravaggio, che abbiamo realizzato fuori dello Sferisterio sabato sera. Non le troverete perchè Euromusica, nonostante chi scrive è giornalista professionista con oltre 25 anni di carriera, non è evidentemente stato ritenuto degno di una intervista. Abbiamo fatto richiesta e ci siamo sentiti rispondere che non c’era spazio, perchè i tempi erano contingentati.  Ci siamo ritirati in buon ordine, salvo poi scoprire che evidentemente per qualche testata – sorvoliamo poi se chi vi scriva sia giornalista o meno –  i  tempi non erano così contingentati.

Nessuno chiedeva spazi in esclusiva e del resto non lo avremmo mai fatto. Solo i grandi media nazionali hanno il diritto di farlo ed è persino giusto che venga loro concesso. Però ecco, il rispetto per chi è venuto a raccontare l’evento come gli altri sarebbe dovuto. Sarebbe bastato un giro di interviste con chi era in sala stampa. Tutti, senza distinzione.  Ma tant’è. Peccato, perchè tutto il resto è stato bellissimo.

PS Se è vietato fare video, è vietato per tutti. Ma del resto l’Italia è il paese dei furbi.

Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa, liberale. Già speaker radiofonico. Ha scritto e scrive di cronaca, sport, economia e sociale per giornali nazionali e locali per vivere; scrive di musica su siti e blog per sopravvivere.

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