Sanremo 2023, Blanco: le brutte intenzioni, la maleducazione e i divi per caso
L’episodio increscioso che ha visto protagonista Blanco a Sanremo 2023, col trapper che preso da uno scatto d’ira ha preso a calci la scenografia dell’Ariston devastando la composizione floreale-fra l’altro creando anche un danno economico importante – non arriva per caso, bensì è figlio del frenetico mercato musicale di adesso, che costruisce successo rapido e declino altrettanto veloce, consentendo a personaggi senza un minimo di etica di sentirsi superiori alle regole soltanto per il successo effimero e improvviso, che pensano persino di meritare solo perché hanno avuto la fortuna di saltare la gavetta.
Che Blanco non avesse rispetto per altri tranne sé stesso era già noto da tempo e si palesò lo scorso maggio quando in occasione dell’Eurovision, preferì un concerto alle prove ufficiali del concorso, disertando la prima e costringendo Mahmood ad esibirsi con uno stand-in. E la sua giustificazione (“Non sentivo la musica in cuffia e così volevo divertirmi”) esprime chiaramente il declino di una generazione musicale che vuole il successo ma non sa gestirlo, che crede che il successo o l’insuccesso derivino solo da fattori esterni, indipendentemente dal talento e dall’impegno.
Ma in fondo Blanco è solo uno dei tanti artisti figli di questo genere, legati dal filo comune del non sapere chiedere nemmeno scusa nel modo giusto e che quando qualcosa non va, è sempre colpa degli altri, che non la sanno risolvere. Ma soprattutto, che pensano che a loro sia tutto dovuto solo per un pugno di autografi.
Viene in mente Rhove, che abbandona il palco durante il concerto perché la gente non balla – come se fosse obbligata -. invece di chiedersi perché; Salmo che fa i concerti in piena pandemia sotto falso nome per aggirare le regole o Rondodasosa, capace persino di tirare un pugno ad un fan durante un live, solo perché lo stavano toccando ed aveva paura si trattasse di un ladro.
Per tacere poi di quelli che usano la musica come copertura per una vita da bulli spacconi fatta di risse e furti nelle periferie delle metropoli e che qui non nominiamo per non concedere loro ulteriore visibilità. Modelli sbagliati per i giovanissimi che li seguono
Bambini viziati e capricciosi, diventati famosi all’improvviso per i quali in fondo, la paura maggiore è quella di tornare nell’anonimato.
PS. Spaccare cose sul palco di Sanremo l’ha già fatto Brian Molko dei Placebo nel 2001. Ma probabilmente, Blanco non sa nemmeno chi sia.